Sissi a Venezia.
di Luigina Pizzolato
Venezia fu per Elisabetta d’Austria una città triste. La principessa, nata in Baviera, era uno spirito amante dei luoghi di mare, delle atmosfere decadenti, ma si trovò a soggiornare in Laguna in coincidenza di momenti particolarmente difficili per il suo animo inquieto. La prima occasione fu la visita del 25 novembre 1856, quando, con l’imperatore Francesco Giuseppe, sposato due anni prima, arrivò a bordo del vapore Elisabetta da Trieste.
La coppia portava al seguito anche la figlia primogenita, Sofia, nata l’anno precedente, mentre la secondogenita Gisella, di pochi mesi, era rimasta a Vienna affidata alla custodia della oppressiva nonna paterna, Sofia. L’anno successivo la piccola sarebbe morta, a 10 mesi, e il dramma avrebbe acuito i contrasti tra nuora e suocera.
Il viaggio, di carattere principalmente diplomatico, prevedeva visite anche ad altre province italiane dell’Impero, dove cresceva il risentimento verso Casa d’Austria. Oltre che per la freddezza delle genti venete, per Sissi la missione nel Lombardo Veneto fu tutt’altro che felice anche per la lontananza dalla figlia neonata.
La presenza accanto all’imperatore della giovane sposa, avrebbe dovuto addolcire l’accoglienza da parte della cittadinanza veneziana, non fu invece particolarmente benevola, improntata a mera curiosità.
Non fu certo quella calda e trionfale che una celeberrima rievocazione cinematografica, fantasiosa quanto zuccherosa vuol tramandare. Ad acclamare furono solo i militari austriaci, il console inglese che assistette in Piazza San Marco, così riferì:
«Il popolo era animato da un unico sentimento, dalla curiosità di vedere l’imperatrice la cui fama di donna meravigliosamente bella è arrivata anche qui»
L’episodio della figlioletta che corre incontro alla madre è pura invenzione.
La giovane imperatrice (era appena sedicenne) si sentì a disagio, ma fu abbastanza intelligente da comprende la motivazione degli scarsi entusiasmi suscitati. Le sue visite a orfanotrofi, scuole, istituzioni benefiche della città contribuirono ad affievolire i sentimenti ostili, anche se non ci fu mai una piena accettazione.
La Venezia ufficiale invece ricevette Elisabetta e Francesco Giuseppe con i festeggiamenti delle grandi occasioni: attracco ai Giardini Reali, accoglienze ufficiali in Piazza San Marco, feste in vari palazzi, la regata storica da cui assistettero dal balcone di palazzo Balbi.
Molti gli spettacoli a cui Sissi e Francesco Giuseppe presenziarono al Teatro La Fenice, dove già anni prima interi palchi centrali erano stati sventrati per far posto a un unico, grande palco reale. Innovazione copiata da altri teatri fatti costruire da principi e monarchi, ma assolutamente non prevista ai tempi della Serenissima Repubblica, sotto il cui dominio il teatro era sorto. Anche l’illustre ‘Gran Teatro’ aveva dovuto adattarsi ai nuovi regimi.
Vennero accolti nei palazzi delle famiglie aristocratiche che non aderivano alla causa anti austriaca. Presero parte a solenni cerimonie religiose in San Marco e passeggiarono sulla spiaggia del Lido. Elisabetta visitò le carceri femminili, i collegi, l’Accademia delle Belle Arti.
La residenza scelta per la coppia imperiale fu quella che ora, restaurata, è parte del Museo Correr, trasformato dai francesi in Palazzo Reale. Quella che viene ancora oggi chiamata Ala Napoleonica, la cui costruzione costò la demolizione la chiesa di San Geminiano, opera del Sansovino che sorgeva dirimpetto a San Marco.
Sissi apprezzò molto i Giardini Reali, ottenuti dall’abbattimento, in epoca napoleonica, dei granai pubblici della Serenissima.Dalle sue stanze poteva ammirare il bacino di San Marco, gli alberi e aiuole tra cui amava passeggiare sola, fermandosi a un piccolo caffè allora esistente.
I sovrani asburgici lasciarono Venezia il 3 gennaio 1857, proseguendo per Padova, Vicenza, Verona, Brescia, città che accolsero la coppia imperiale con tributi modesti e scarso calore. A Verona la folla radunata all’Arena non si tolse il cappello al passaggio dell’imperatore. A Vicenza la nobiltà disertò gli spettacoli al Teatro Olimpico, cosa che avvenne anche in altre città, in particolare Milano, dove Elisabetta e Francesco Giuseppe assistettero a uno spettacolo al Teatro alla Scala, dove molti milanesi, in segno di disprezzo, avevano mandato la servitù.
Il secondo soggiorno veneziano di Sissi (1861/62) fu più lungo e difficile, l’imperatrice, di ritorno da Corfu, ebbe un improvviso riacutizzarsi della grave malattia che l’aveva colpita tempo prima e che curava con lunghi soggiorni in località marine. Anche durante questa permanenza non potè evitare teatri e feste,anche se tormentata anche da dolori alle caviglie che le impedivano di muoversi come avrebbe voluto.
Fece visita anche a istituti, carceri ed enti di carità cittadini. Durante la permanenza la raggiungeva spesso il marito, in treno da Vienna, sfruttando le occasioni per compiere sopralluoghi e visite ufficiali. Dopo questo soggiorno, Elisabetta fu a Venezia solo per fuggevoli passaggi, sempre più afflitta dai suoi mali fisici e spirituali.
Nel 1895 sostò in città per un’ultima volta (sarebbe rimasta vittima di un attentato mortale 3 anni dopo) per visitare in incognito la Biennale d’Arte. Si trovò invece costretta suo malgrado a ufficializzare la sua presenza. Erano in città in visita ufficiale in quel periodo Umberto I e la moglie Margherita, Sissi dovette rendere omaggio ai nuovi sovrani d’Italia, sotto il cui dominio Venezia era caduta con il plebiscito truffaldino del 1866.
Grazie veramente grazie e congratulazioni, perché sto scoprendo cose nuove della mia Venezia.