VENETI E WENDI LE STRETTE AFFINITA’ CULTURALI E RELIGIOSE.
A rinforzare la tesi, del tutto impopolare nel mondo accademico italiano, per cui l’antico popolo dei Veneti aveva colonizzato gran parte dell’Europa, dal Baltico all’occidente europeo, vi riporto un piccolo brano di Piero Favero, studioso non accademico, quindi libero da pregiudizi nati in epoca risorgimentale, per cui tutte le civiltà fiorite nello “stivale” dovevano essere “italiane” e non di “importazione”. Al di là di ogni evidenza. Ma con la radice VEN- nel loro nome, troviamo diversi popoli, tra cui i Wendi, che mostravano grande affinità con i Veneti del nord Italia. Come ad esempio la mancanza di templi (a volte), sostituiti da “recinti sacri” e l’importanza data alla figura femminile anche in campo religioso.
AI QUATTRO ANGOLI D’EUROPA
Esisteva un tempo un mitico tempio in mezzo a un lago, non lontano dalle rive gelide del Baltico. All’interno, in libertà, un bellissimo cavallo sacro manteneva viva la memoria ancestrale. Quel tempio, adornato con statue d’oro e con sontuosa magnificenza, si chiamava “Rhetra” e apparteneva alla tribù dei Rodarii, i più ricchi e potenti dei Wendi… Ogni gruppo di Wendi aveva la sua divinità protettrice e vi dedicava un boschetto sacro, recintato, o un vero e proprio tempio quale centro dell’identità tribale.
Il potere religioso, a differenza del potere politico, era incentrato su una singola persona, cioé il sommo sacerdote o flamen; costui era però affiancato da una classe di sacerdotesse, a cui erano riservate funzioni importanti.
Poco o nulla si sa della concezione cosmologica dei Wendi. Praticavano l’incinerazione dei defunti e credevano nella loro sopravvivenza in uno stato di felicità, grazie alla pietà degli dei. Circa le finalità pratiche del culto Wendi, come nello sciamanesimo in genere e come per gli àuguri veneti, veniva dato rilievo al cosidetto “avvertimento” , ossia il messaggio attraverso il quale gli dei inviano all’uomo prima che un avvenimento accada; da ciò, presso i Wendi, l’usanza di trarre pronostici…
pag. 116 de “La Dea Veneta” CIERRE ed.ni autore Piero Favero