VENEZIA, GENOVA, BISANZIO, LE GRANDI BATTAGLIE PER LA SUPREMAZIA
Siamo nel 1258, e il 28 giugno nelle acque di Acri, Venezia si scontra con la rivale Genova. Era ormai una grande potenza marinara e si considerava erede dell’Impero Romano d’Oriente. Unica rivale per i suoi traffici, l’altra Repubblica ligure.
Le due flotte sono molto ben armate, anche se Genova schiera ben 82 navi contro le 75 veneziane. Tuttavia i genovesi si vedono affondare e prendere la maggior parte delle loro unità navali, e si danno alla fuga. I veneziani li inseguono con una squadra comandata da Giandomenico Dandolo, e infine li raggiungono vicino a Trapani, (immaginate l’inseguimento, dalle coste del Medio Oriente fino in Sicilia, robe da cavarci un gran film!) dove li sbaragliano in maniera definitiva.
La guerra tra le due repubbliche innesca ripercussioni nel traffico marittimo: Venezia è costretta a scortare i convogli e ciò aumenta i costi. Interviene il papa Alessandro IV e si arriva a un accordo: Genova rinuncia ai privilegi che hanno ad Acri, ma l’aspirante imperatore Michele Paleologo li coinvolge nel suo progetto di riconquista di Costantinopoli per por fine all’impero latino d’Oriente, sotto tutela veneta. La guerra tra le due città rivali si riaccende…
La guerra di San Saba combattuta tra il 1255 e il 1270 fu uno scontro armato tra la Repubblica di Venezia e la Repubblica di Genova, per il controllo del commercio orientale, esploso per il possesso del monastero di San Saba, nella città di Acri. Tra il 1260 e il 1265 il conflitto si estese all’Impero di Nicea e quindi al ricostituito Impero Bizantino.
Dopo che con la Quarta Crociata e la conquista di Costantinopoli del 1204 Venezia si era resa padrona del Mediterraneo orientale creando quella vasta e capillare rete di possedimenti coloniali che andavano sotto il nome di Stato da Mar, il controllo della Serenissima sulle rotte commerciali levantine si era reso pressante, soffocando il commercio delle altre Repubbliche Marinare. Questo aveva favorito il crescere dei contrasti con Genova, rimasta esclusa dalle spartizioni territoriali in seno al nuovo Impero Latino.
Genova possedeva tuttavia alcune colonie commerciali, in particolare nelle città della costa siriana e della Palestina, dove, a seguito del sostegno fornito nel corso delle Crociate agli Stati d’Outremer aveva ricevuto numerosi quartieri nelle città costiere.
Le due repubbliche possedevano entrambe due ampi quartieri a San Giovanni d’Acri, capitale del Regno di Gerusalemme. Qui nel 1255 erano sorti dei contrasti tra Veneziani e Genovesi per il possesso del Monastero di San Saba, conteso da entrambe le parti.
Il console genovese Simone Vento esibiva al Patriarca una lettera del Priore degli Ospitalieri che riconosceva alla Superba il possesso della chiesa e del monastero, ma il bailo veneziano Marco Giustinian era rientrato ad Acri recando una missiva dello stesso pontefice Alessandro IV, nella quale si riconoscevano i diritti veneziani.
Lo scoppio di risse in città tra le due fazioni e l’arrivo di una nave genovese che i Veneziani sostennero essere frutto di un atto di pirateria fecero infine infiammare la situazione già di per sé esplosiva.
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