IL PICCOLO TITANIC AUSTRIACO CHE INAUGURO’ LA LA GUERRA DI MARE
Il Baron Gautsch fu una nave passeggeri della marina austriaca, costruita per conto dei Lloyd austriaci, e affondata da una mina davanti a Rovigno, a 7 miglia dall’arcipelago di Brioni in Istria, il 13 agosto del 1914. La nave prende il nome dall’uomo politico e più volte primo ministro austriaco, barone Paul Gautsch von Frankenthurn.
IL VIAGGIO
La baia delle navi fantasma
PAOLO RUMIZ
L’ecoscandaglio si impenna di colpo, a sette miglia dal porto di Pola: siamo sopra il “Baron Gautsch”, la prima nave colata a picco nella Grande Guerra
Improvvisamente, a sette miglia da Pola, l’ecoscandaglio dà i numeri. Il fondale dovrebbe essere piatto, 40 metri regolari, ma dopo il faro di San Giovanni in Pelago a Sudest di Rovigno, sale di colpo a 25. Strano, le carte nautiche non dicono niente. Navighiamo su questa massa sommersa per una ventina di secondi, poi il misuratore torna a quaranta. “Forse abbiamo sentito il Gautsch?”, sibila il Comandante. Che cosa? Sì, il “Baron Gautsch”, la prima nave colata a picco nella Grande Guerra.
Un’unità passeggeri del Lloyd Austriaco che saltò in aria su una mina austriaca. Una storia che fu per il Mediterraneo quasi un Titanic. Dài che si torna indietro. Cerchiamo il punto. La bora ostacola la manovra, il fiocco fa il matto, la randa pure, tutta l’Istria ci ruota attorno. Ma ecco che lo scandaglio schizza in su, “urta” di nuovo la massa anomala. “Sì, è lui. Che mi venga un colpo se non è lui. E’ là sotto da 90 anni, dal 13 agosto 1914”. C’è un gavitello che conferma la posizione. Il Comandante è in fregola. E’ su uno dei relitti più famosi del Mediterraneo. Uno dei più belli, anche. Le scuole di sub ci portano gli allievi. Posaterie e pezzi nobili sono già sparsi nei musei e nelle collezioni private. Sta eretto con i due comignoli su una prateria di alghe, naviga con le sue vite perdute nel mondo del silenzio.
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Il “Gautsch” era diretto a Trieste, e l’area minata era bene indicata sul piano di navigazione. Come poté accadere? A Pola la leggenda del piccolo Titanic è ancora vivissima, e circola una piccante versione dei fatti. Il comandante Winter non stava in plancia. Non ci stava semplicemente perché si era portato una bella signora in cabina. E aveva dato ordine al primo ufficiale di avvicinarsi pure di qualche miglio alla zona off limits per arrivare prima a Trieste.
Fatto sta che il primo ufficiale si annoiava, piegò ancora più sottocosta, poi lasciò pure lui la barra, rifilandola al timoniere. E questi, quando vide a prora una nave militare puntare sul campo minato, la seguì, pensando non ci fosse pericolo. Non capì che quella nave era il posamine. Da poppa dell’unità fecero mille segnali al piroscafo perché facesse macchina indietro.
Ma il “Gautsch” non vide, non sentì. E saltò in aria.
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