LA GRAN POMPA DELLE DAME VENEZIANE
LO SFARZO degli abiti delle Veneziane, nel periodo in cui Venezia era l’emporio dell’Europa (nel XVI secolo in particolare) non aveva eguali in Europa. Ecco come il Molmenti riporta da descrizione del giovane Marin Sanudo, che descrive figure belle e maestose, dalle bianche carni e dalle fulve chiome:
“Le donne veramente sono de bellissime;vanno con gran pompa, adornate bene di gran zoie e gentilezze, et teste (sic): e quando viene alcuna signor aper veder Venetia gli vanno incontro con 130 e più donne, adornate e vestite con gioie di grandissimo valor e pregio; et tal “coladena” (collana) che così si schiama porta del valor da ducati 300, fino a ducati 1000; et anelli in dedo (al dito) , balassi, diamanti, rubini, safiri, smaraldi et altre zie di grandissimo valer.
Poche assa’ ne sono, e non è così trista, dirò così, et povera donna patrizia, che non abbi da scudi 500 de anelli in dido, senz le perle grosse, che è cosa incredibile a veder; ma vedendo, crederete… Quando si ritrovano donne insieme, da moier de dose, fie de dose, cavaliere et dottoresse in fuora, tutte vanno (adunate) per etade…
Nei loro abbigliamenti, più che la grazia, è notabile la magnificenza, con i loro altissimi zoccoli, con le loro robe di broccato d’oro, dalle rigide pieghe, arieggiano ad una mostra del lusso.
Finché rimangono fanciulle la loro educazione è di “summa notabile honestà”; sono ben guardate e custodite nelle case paterne, e spesso neanche i più stretti parenti le vedono. Quando escono di casa, potano in testa un bianco velo di seta, chiamato “fazzuolo”, di assai ampia fattezza, e con esso si coprono ilviso ed il petto. Appena maritate si esercitano al ballo al suono di strumenti diversi, e da molte donne sono spesso guernite e mutate di vesti, per lo più di raso, ornate di perle, oro, gioielli.
LA MODA
I dittatori del gusto femminile furono in quel secolo Bartolomeo Bontempelli del calice e mastro Giovanni “sarte”. Messer Barolomeo ricercato e amato dalle gentili donne veneziane, e da molti principi d’Italia, fabbricava certi “ormesini”, broccati, zendali di così vivi e bei colori “ch’el pennello non saprebbe dipinger meglio”. E le mostre dei suoi drappi eran mirabili e nella sua bottega di San Salvador dove veniva a far acquisti “fino el seraglio del Gran Turco” si vedevan broccati a opera di tutte le sorta d’oro e d’argento. Le gentildonne ne andavano pazze, specie per certe tonalità di colore “pavonazzetti e verdicini, che comparisono assai bene”.
E chi li sapeva accomodare alle graziose persone delle patrizie tutte era Mastro Giovanni “valentissimo et acutissimo sartore”…