La Pace, la Concordia e Minerva che scaccia Marte. Il vero cognome di Tintoretto:
di Milo Boz. Veneto marciano.
Il dipinto fu eseguito da Tintoretto per le pareti dell’Atrio Quadrato, insieme ad altre 3 tele; la commissione dei quattro dipinti allegorici legati al concetto tematico dell’unione e della concordanza risale al 1577 e risultava portata a termine il 26 luglio 1578, quando Paolo Veronese e Palma il Giovane fornivano una stima delle opere, al fine di stabilire quanto Tintoretto dovesse percepire dai Provveditori del Sale per il lavoro svolto.
Le potenti figure di questa tela, sintetizzate nelle pose, sono legate l’una all’altra dai gesti: Minerva, al centro, si volge verso Marte respingendolo con il gesto della mano, mentre con l’altra si appoggia alla Pace, che si rivolge alla Concordia, di cui si vede solo il profilo e la spalla.
Marco Veneziano mi informava che ora è stato spostato nella sala dell’Anticollegio insieme alle altre 3 tele del Tintoretto aventi temi mitologici. Nella stessa preziosissima sala c’è il ratto di Europa del Veronese, e un Jacopo Bassano. Piccola, ma bellissima e preziosissima sala.
ora è stato spostato nella sala dell’Anticollegio insieme alle altre 3 tele del Tintoretto aventi temi mitologici. Nella stessa preziosissima sala c’è il ratto di Europa del Veronese, e un Jacopo Bassano. Piccola, ma bellissima e preziosissima sala.
Jacopo Robusti, noto come il Tintoretto (Venezia, 29 aprile 1519 – Venezia, 31 maggio 1594), è stato un pittore veneto, uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l’ultimo grande pittore del Rinascimento italiano. Il soprannome “Tintoretto” gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe.
“Robusti” è in realtà un soprannome ereditato dal padre, il quale, durante la guerra della Lega di Cambrai aveva energicamente difeso le porte di Padova contro le truppe imperiali. Di recente Miguel Falomir, curatore del museo del Prado di Madrid, ha dimostrato che il vero cognome era “Comin”; la scoperta è stata resa pubblica nell’occasione della retrospettiva di Tintoretto al Prado, aperta dal 29 gennaio2007[1]. Questa ipotesi, tuttavia, risulta fuorviante, poiché basata sulla genealogia tardoseicentesca della “famiglia Tintoretta” compilata, con probabile intento fraudolento, da Sebastiano Casser, ultimo erede del pittore per averne sposato la figlia Ottavia.[senza fonte]
Per la sua energia fenomenale nella pittura è stato soprannominato “Il furioso”[2] ed il suo uso drammatico della prospettiva e della luce lo ha fatto considerare il precursore dell’arte barocca.
Mah. Ti dirò che in questo articolo trovo qualche lacuna. Oltre ad esserci una parte doppia e una, probabilmente copiata da un altro sito, a mio modestissimo avviso, c’è anche un’inesattezza. Jacopo era detto furioso perchè era un piccoletto incazzoso. Sarebbe stato bello aggiungere che i due Jacopo, il robusti e il da bassano, erano contemporanei e, probabilmente conoscenti. Così, tanto per dire.