La Padova del ‘300
di Antonella Todesco
LA PADOVA DEL ‘300…è una delle poche città esenti da lotte civili e faide politiche, demograficamente in crescita con i suoi 35.000 abitanti che salgono a 60.000 considerando anche l’hinterland.
L’economia è in espansione con il tessile in testa alla la classifica grazie alla presenza della tipica pecora padovana, realtà che rimarrà in auge per secoli con quasi 120.000 capi a fine ‘700, e la produzione di stoffe in cotone, lana e seta che incentiveranno il sorgere di industrie in vari punti della città con annesso Fondaco della Lana in centro storico.
I “panni pavani” si vendono bene ovunque, anche all’estero e conquistano i mercati tedeschi e bizantini.
Nel 1301 una legge potenzia il ruolo del Palazzo della Ragione come prestigiosa sede di mercato dei panni.
Una fitta rete di fiumi agevola gli scambi e alimenta le attività industriali ma il mezzo secolo d’oro di Padova è destinato a tramontare in seguito ad un cambiamento politico, con Enrico VII di Lussemburgo che nel 1312 diventa re del Sacro Romano Impero e nomina in Veneto, come proprio vicario, il veronese Cangrande.
A Padova si accendono così antiche rivalità e il 50nne Jacopo da Carrara prepara una sorta di colpo di stato che si attua di fatto il 25 luglio 1318 quando il consiglio cittadino convoca il popolo per annunciargli la svolta e la fine del secondo periodo comunale apertosi con la caduta di Ezzelino. È la fine del Comune e l’inizio di una Signoria che, seppur prestigiosa, sarà feroce per i suoi protagonisti perché degli otto principi che governeranno la città tra il 1318 e il 1405, quando subentrerà la Serenissima, tre moriranno di morte violenta, due in schiavitù e solo tre nel proprio letto (i primi 3).
La fine di Padova, in tutti i sensi, sarà decretata dalla sua decisione di entrare in rotta di collisione con Venezia; ne uscirà con le ossa rotte. L’ultimo della dinastia dei Carraresi, Francesco il Vecchio, abdica per disperazione in favore del figlio Francesco Novello. Con lui tramonta il disegno di fare della città una potenza, dove nel frattempo sta emergendo un nuovo protagonista, il ramo dei Visconti di Milano; si andrà verso lo scontro finale che vedrà il definitivo affermarsi della Serenissima che dopo essersi garantita il controllo sui mari intende affermarsi anche nel Veneto di terraferma.
Lib. tratto da “La storia del Veneto” di F. Jori
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