“LE REGOLE” NELLE COMUNITA’ MONTANE VENETE. COSA ERANO E IN PARTE SONO
Di Ivone Cacciavillani
L’unica forma di proprietà di prati e boschi era collettiva, secondo un istituto sopravvissuto fino ai giorni nostri..tale forma di proprietà ora detta “regoliera”, è stato oggetto di una legge regionale ancora nel 1996.
Carattere comune di tutte le Regole era la completa autonomia statutaria (il laudo). Pur variando da Laudo a Laudo, la Regola, associazione di comunisti proprietaria delle terre, era retta da un principio comunitario assai stretto: ognuno doveva lavorare secondo le proprie capacità, mentre i ricavi venivano ripartiti secondo i rispettivi bisogni.
Si trattava di una forma strettamente cooperativistica e comunalistica, frutto del forte richiamo aggregativo indotto dall’isolamento degli abitanti dell singola contrada o “colonnello” e dalla necessità di sopravvivenza nella povertà generale dell’habitat.
C’era anche la forte direttiva di fondo. invalsa nella Veneta Serenissima Repubblica, che stabiliva la netta supremazia dell’interesse e del decoro pubblici su qualsiasi interesse privato, principio che in questi tempi di ideologia “liebratrian” made in U.S.A. ci sogniamo.