MUGGIA SERENISSIMA E FEDELISSIMA AL LEONE, BASTONAVA GLI AUSTRIACANTI
Milo Boz vi propone Luigi Tomaz
Questa nota nasce da una richiesta di informazioni da parte di un’amica, intrigata dalla storia di Monfalcone dopo il 12 maggio 1797, un poco stupita di apprendere che la cittadina fosse veneziana e attaccata al Leone. Monfalcone in effetti era veneta, ma non solo lei…i confini arrivavano in realtà a Muggia, e credo questa sia una scoperta forse un po’ “urticante” per qualche triestino autonomista del posto.
La storia però deve esser costruita con i fatti reali e non con le fantasie. La gente del posto era anzi fedelissima al Leone, e si sentiva investita del ruolo di custode delle porte di ingresso della casa veneta. Con lo stesso identico spirito dei Cadorini, e della Comunità dei Sette Comuni intorno ad Asiago.
Tornando a Monfalcone non ho trovato nulla: però su Muggia, suo avamposto che lambiva Trieste, ho trovato quanto segue, e rende l’idea dei sentimenti della popolazione, pronta anche a ricorrere a giustizie sommarie, specchio del patriottismo marciano che aleggiava in zona.
“Una insurrezione per San Marco, senza pretese democratiche si ebbe a Muggia dove il nobile Vallona aveva un figlio che – stranamente – (ma allora non era strano) aveva scelto la carriera militare nell’esercito imperiale e proprio dopo il 12 maggio 1797, stava trascorrendo in famiglia una sua breve licenza.
Il popolo dubitava e sapeva della “congiura” dei nobili che aspettavano gli Austriaci e quell’incauto soggiorno dell’ufficiale aumentava i loro sospetti. Sempre più eran convinti che il giovane militare fosse in realtà venuto, approfittando del vuoto di potere, a piantare la bandiera degli Asburgo, e ad insegnare ai congiurati come e quando issarla sul pennone di piazza in segno di dedizione all’imperatore austriaco. a quel segnale convenuto, secondo il popolo, sarebbero arrivati i soldati di Sua Maestà Imperiale.
Muggia era l’unica custode murata ed armata del confine di San Marco e il popolo focoso della cittadina non poteva accettare di trovarsi un giorno suddito dei suoi antichi nemici.
La casa del Vallon fu assalita il 6 giugno. Si trattò di una grande manifestazione patriottica. Il termine non è oggi più di moda, ma allora lo era e aveva ampia e nobile valenza.
I Vallon subirono danni non gravi e il popolo pagò abbastanza caro il suo gesto. La famiglia infati era riuscita a fuggire e a rifugiarsi a Trieste, dove l’ufficiale fece il suo rapporto”.
sunto da “Dalla parte del Leone” di Luigi Tomaz.