“Si tratta di affratellare i popoli d’Italia e non di sopprimerli”. Carlo Cattaneo aveva previsto il disastro.
“Garibaldi, Mazzini, non capite nulla!”
Cattaneo vede i problemi del nascente stato, e vuole prevenirli. Per questo il 15 settembre 1860 si reca a Napoli a parlare con Garibaldi, per portare al cospetto del generale che sta colonizzando il sud, la sua idea di unione federale “Si tratta di affratellare i popoli d’Italia e non di sopprimerli”. E due anni dopo, di fronte all’evidenza dei fatti, a un Piemonte incapace di gestire il Meridione, a una ribellione bollata come brigantaggio e repressa nel sangue, spiega ad Agostino Barbani che “i popoli non vi sosterranno, appunto perché siete ancora un’egemonia. Il fatto è che voi tutti quanti non capite che la federazione è la sola unità possibile in Italia. La federazione è la pluralità dei centri viventi, stretti insieme dall’interesse comune, dalla fede data, dalla coscienza nazionale. Finirà col sospirare il passato. Il vostro plebiscito ha fatto dell’Italia un orfanotrofio. Ma, torno a dire, di questo, né tu, né Mazzini, né Garibaldi, non capite nulla”.
Elena Bianchini Braglia, Le origini della Casta, il risorgimento del malaffare.
Carlo Cattaneo (Milano, 15 giugno 1801 – Castagnola-Cassarate, 6 febbraio 1869) è stato un patriota, filosofo, politico federalista e scrittore italiano